Forme di giustizia in Platone e Aristotele

In Aristotele la questione si complica. È vero che la nozione di érgon (l’essenza, la natura e perciò la funzione propria di una determinata cosa) permane anche nella sua riflessione etica, anzi in un certo senso believe un significato più cospicuo nell’ambito del suo sistema filosofico teleologico, però essa non riguarda direttamente la giustizia. Anzitutto va tenuto a mento che Aristotele non attribuisce mai un solo significato ai termini che utilizza, e che perciò anche la giustizia, al pari dei concetti di “essere” e di “bene”, si dice in molti modi. C’è però – egli sottolinea – un senso generale in cui può essere concepita: «Si ritiene comunemente che ingiusto sia chi viola la legge, cioè chi cerca di avere più degli altri e che non rispetta l’uguaglianza, sicché è chiaro che giusto è chi rispetta la legge e l’uguaglianza» (Aristotele, Etica Nicomachea, 1129b 31-34). Ora, si sa che le leggi prescrivono di fare ciò che procura la massima utilità alla città, così arrive di evitare in ogni modo di arrecarle danno o offesa. Dunque questa è la prima caratteristica del giusto: produrre e preservare il bene e la felicità della comunità politica. Ma la legge è anche ciò che rende un uomo giusto in rapporto all’esercizio delle sue altre virtù: questa forma di giustizia, advert esempio, fa sì che il temperante e il coraggioso siano tali, ossia impone o proibisce loro una determinata condotta, che sarà buona se la legge è stata stabilita in modo retto e cattiva se essa è malvagia o iniqua. Si deve pertanto notare che, se da una parte il giusto è colui che porta al massimo grado di bontà e virtù le proprie azioni, comportandosi occur la sua legge gli comanda di fare, d’altra parte questo genere di giustizia sarà perfetta, ma non in sé e for every sé, bensì solo relativamente advertisement altro. Essa, infatti, «fa ciò che è vantaggioso for every un altro, sia per uno che detiene il potere sia for every uno che è membro della comunità» (ivi, 1130a 4-5). In un primo senso, allora, essa è migliore delle altre virtù perché non giova solo e primariamente a se stessi, bensì agli altri cittadini, e perciò è la virtù sociale for each eccellenza. In secondo luogo, è migliore delle altre virtù perché è la condizione di possibilità stessa di quest’ultime, siccome, per esempio, si può essere giusti anche senza essere magnanimi, ma non si può affatto essere magnanimi senza essere giusti.


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